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Primi passi di Roby Robot

Incomincia la nostra avventura nella costruzione del nostro robot

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Consiglio di classe

Una delle caratteristiche positive della scuola è la partecipazione dei genitori

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Misteri a casa di Franco

Franco è un mio caro amico, grande fotografo. Ha lasciato Napoli per le Marche, dove vive in un casolare vicino Macerata.

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I misteri della fisica

1) COS’È L’ENERGIA OSCURA? L’universo continua ad espandersi, sempre più velocemente, e gli scienziati ritengono che esista un fattore invisibile (“pressione negativa”) che controbilancia la forza di gravità dilatando lo spazio e il tempo. Ma cos’è questa’energia?

2) COS’È  LA MATERIA OSCURA? Circa l’84% della materia nell’universo non assorbe né  emette luce, e per questo è chiamata “materia oscura”. Non può essere osservata e nemmeno misurata, ma si sa che esiste a causa dei suoi effetti gravitazionali sulla materia visibile, sulle radiazioni e sulla struttura dell’universo.

3) PERCHÈ IL TEMPO SI MUOVE SOLO IN AVANTI? La causa è l’entropia dell’universo, ovvero il suo grado di disordine che può solo aumentare. La domande è: perché l’entropia era tanto bassa in passato? In parole povere, perché un istante prima del Big Bang l’universo era ordinato, nonostante una quantità immensa di energia fosse concentrata in uno spazio piccolissimo?

4) LA TEORIA DELLE STRINGHE È CORRETTA? Questa teoria mette d’accordo la meccanica quantistica e la relatività generale, ma c’è un ‘piccolo’ problema. Può solo funzionare in universi con 10 o 11 dimensioni. E negli altri casi?

5) ESISTONO DEGLI UNIVERSI PARALLELI? Secondo le leggi della meccanica quantistica, con un infinito numero di possibili configurazioni di particelle, ci devono essere delle ripetizioni di combinazioni, ovvero infiniti universi paralleli. Ma dove si trovano? E come osservarli?

6) PERCHÈ LE MISURAZIONI FANNO COLLASSARE LE FUNZIONI D’ONDA? Se si cerca di misurare la posizione o la velocità di una particella, la sua funzione d’onda “collassa” determinando la realtà che percepiamo effettivamente. Rispondere alla domanda significherebbe comprendere cos’è la realtà, e soprattutto… se esiste davvero.

7) PERCHÈ ESISTE PIÙ MATERIA CHE ANTIMATERIA? Rispondendo a questa domanda, si potrebbe capire perché tutto esiste. Infatti se al momento del Big Bang ci fosse stata una quantità uguale di materia e di antimateria, le due si sarebbero annullate a vicenda. Per qualche motivo, invece, la materia era più abbondante, ed eccoci qui. Ma perché?

8) ESISTE UN ORDINE NEL CAOS? Per le equazioni che descrivono il comportamento dei fluidi, dette di Navier-Stoke, non sono ancora state trovate soluzioni (e non è nemmeno detto che esistano). Di conseguenza non conosciamo nulla del caos, che potrebbe essere prevedibile o imprevedibile.

9) QUAL È IL DESTINO DELL’UNIVERSO? Tutto dipende da un fattore sconosciuto, detto Ω, ovvero la misura della densità della materia e dell’energia dell’universo. Esistono diversi scenari a seconda del fatto che Ω sia maggiore, minore o uguale a 1: ma ancora non siamo riusciti a calcolarlo. Que sera, sera…

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Io e il movimento 3

Il Commissario Fabbri

«Nella stanza dove mi hanno condotto ho trovato una decina di poliziotti, tutti in borghese, ed in più Fabbri e, credo, forse Ciocia(due funzionari PS di Napoli dellasquadra politica. N.d.r.), ed uno che gli altri chiamavano “dottore” mi diceva che lui mi faceva “gettare il sangue e l’anima”. Mi hanno fatto prima sedere normalmente su una sedia, poi, mentre mi schiaffeggiavano abbondantemente mi chiedevano se conoscevo i due che erano con me sulla macchina, mi tiravano cazzotti, e mi chiedevano quale “azione” ero in procinto di fare, mi tiravano la barba e mi strappavano i capelli per sapere dove avevo dormito la notte. Mi hanno tirato i nervi del collo, spremuto il naso, colpito violentemente con i tagli delle mani sul collo, sulle spalle e sulla schiena, stringendo anche le manette (dopo avevo i polsi il doppio di come li avevo entrando in Questura). Mi hanno storto le dita, le braccia, i gomiti, i polsi…poi mi prendono e mi stendono su una sedia. Uno di loro mi afferra con una mano il piede e con l’altra la coscia destra e fa leva col suo ginocchio. Non riuscivo più a tenere la testa alta, allora il sangue saliva e vedevo da questa posizione la dentiera di Fabbri che si apriva in larghi sorrisi di compiacimento per i suoi assistenti che mi tiravano calci sotto la testa per farmela tenere sollevata da terra… Hanno cominciato poi a tirarmi cazzotti nello stomaco, colpi di punta sul fegato, e continuavano in quella posizione distesa a tirarmi i capelli e a schiaffeggiarmi».

Testimonianza di Alberto Buonoconto arrestato l’8 ottobre 1975.

Era un autentico caino.

Arrivò da Roma col compito specifico di mazziare il più possibile. Lo vedevi sempre in prima fila, in giacca e cravatta, elegante, con l’elmetto, il manganello e la pistola in bella vista. Sempre il primo a caricare e a menare.

Senonchè gli capitò divenire ad abitare a Napoli, ai Colli Aminei, nel parco la Pineta, con precisione in Largo delle Mimose 1, al sesto piano, interno 24. Sono così preciso perché all’interno 25 abitavo io.

Era un pianerottolo del tutto particolare. Al 23 abitava uno dei dirigenti dell’ospedale militare di Napoli. Quasi tutte le sere bussava alla porta di casa mia e ci veniva a trovare. Ripeteva ossessivamente a mamma: “Signora, avete quattro figli maschi, perché devono fare il servizio militare?” E non lo faceva per soldi, ma per buon vicinato. Ma non divaghiamo.

Incontravo quasi sempre il sabato mattina, per la strada, il commissario con la moglie. Bella donna, alta, bionda e lui invece più basso, tracagnotto e sempre in giacca e cravatta. Lei sempre davanti a lui di due o tre metri, lui con tre o quattro sacchetti della spesa stracarichi. Lei camminava leggera e svolazzante, lui ansimava sudando. Insomma era lo schiavetto. Ci incrociavamo, ci salutavamo, io non sapevo reprimere la mia espressione fatta di soddisfazione e sdegno (…ma guarda questo qui!....). Lui vistosamente aveva la vergogna scritta sul suo faccione. Dimenticavo di dire che la spesa la facevano a piedi alla Standa, distante trecento metri dalla casa. Anche lui subiva un seppur blanda forma di tortura.

Ma il lunedì era tutta un’altra storia.

Verso le 8,30-9 ci capitava di uscire assieme da casa. Dopo esserci cordialmente salutati ci davamo appuntamento, di norma, allo scalone dell’università. Lui da una parte, io dall’altra.

Un leggero sorriso, un accenno di saluto e poi di norma botte da orbi.

Secondo me la sua passione per le mazzate dipendeva essenzialmente da due fattori:

  1. Era un fascistoide, cazzo
  2. Era schiavizzato dalla moglie che sicuramente lo tradiva.

Mix micidiale per un coglione di stato

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