Riflessioni di una sera di novembre. Il Perdono

Perdono

Perdono.

Mi chiedo fino a che punto si può tollerare o quando è arrivato il momento di perdonare. Il perdono implica la comprensione profonda e privata ormai da risentimenti, di colui o coloro che hanno commesso azioni per noi intollerabili. Si può o meno perdonare, anche se i buddisti sono più propensi a farlo, essendo alla lunga, per loro, più pagante. Il perdono può essere però a termine, avere una durata, essere cioè revocato, oppure arrivare e durare per sempre. Un metodo potrebbe essere quello di immedesimarsi o cercare di farlo in colui che si vorrebbe perdonare, capirne i motivi, le circostanze che lo hanno portato ai suoi comportamenti. mettersi, come si suol dire, nei suoi panni. Ma questo, lo dico subito, per me è impossibile. E' come il problema dell'osservatore in fisica: ognuno vede quello che sta fuori da se in modo unico ed originale, rendendo il perdonare un atto unilaterale e soggettivo. Naturalmente chi perdona lo fa inquadrando questo fatto nella sua visione del mondo e secondo quindi i parametri che ha introiettato. Faccio qualche esempio, che serve per chiarire anche a me questo atto del perdonare.
1) Il popolo di Israele. Io non sono uno storico, quindi non faccio distinzioni raffinate tra ebrei, sionisti, israeliani. hanno vissuto durante la seconda guerra mondiale la Shoah, il tentativo di sterminio totale degli ebrei. Alla fine della guerra si è deciso di dare loro una terra, la cosiddetta terra promessa, anche se occupata da altri popoli. Tutta l'umanità ha avuto verso di loro una sorta di immenso senso di colpa per i crimini compiuti contro di loro. E gli ha perdonato tutto. Sono ormai più di settant'anni che hanno, gli israeliani, una politica di espansione, di occupazione, che sembra essere giustificata solo dal complesso di colpa che abbiamo verso di loro, a prescindere dell'uso politico ed economico di tale acquiescenza. Ma chiediamoci: fino a che punto si può continuare a perdonare? Quale è il confine tra acquiescenza e complicità? Tra convenienza e perdono? Il perdono può essere revocato.
2) Esempio personale ma che ha una valenza generale, essendo molto comune nel nostro vivere. Ho dei familiari molto stretti che hanno, e credo non solo a me, fatto della loro vita un esempio di sopruso ed ingiustizia. Ma ormai sono passati tanti e tanti anni e la vita ha fatto il suo decorso, si è in qualche modo comportata in modo da appianare problemi e convinzioni. Sono risalito alle cause che hanno generato tali comportamenti e, come, nel caso precedente, ho compreso che spesso, molto spesso, i carnefici sono a loro volta vittime di qualcun altro, c'è sempre qualcuno più a nord di un milanese, per dirla alla Bellavista. In questo caso ti perdono. Ci ha pensato la vita a farti capire, anzi a farti pagare, i tuoi sbagli.
Ps.: si può anche non perdonare, e la vita continua lo stesso in modo sereno.

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