A casa di alcuni compagni tempo fa si discuteva di come ci siamo trasformati negli ultimi 40-50 anni della nostra vita. Come siamo passati dal ribellismo, dallo spirito rivoluzionario, ad un tranquillizzante e banale tran tran. Ammantato spesso di profondi e dotti pensieri, conditi da una grammatica complessa e spesso affabulante. Ma per questo ancora più banale. Io, provocatoriamente, imbastii una etilica teoria basata sull' "invarianza della stronzaggine". Feci alcuni esempi di come , nel 68-69-70, alcuni di noi, in fondo in fondo, fossero già squallidi ed, appunto, un filo stronzi e che tale caratteristica negli anni fosse solo peggiorata. Naturalmente, da fisico, nel miglior spirito relazionale quantistico, mi mettevo dentro al mazzo, osservando il fenomeno da dentro di esso. Ma quando eravamo giovani trascuravamo questi aspetti caratteriali, la politica prevaleva su tutto, anche perchè era così potente ed anche dirompente che offuscava i singoli in nome del collettivo. Ma ora no, troppa acqua è passata ed anche tanto alcool. Questa è l'epoca in cui i destini collettivi sono un tuttuno con quelli singoli, in cui cioè la politica viene trasportata dalle persone che la fanno. E gli stronzi stanno sempre lì, in agguato, cercando di colpire. Ogni riferimento al grignanese, al 70% della classe dirigente del pd, ai leaders disperati di quel che resta del gas di sinistra, ma anche tutti ma proprio tutti gli altri raggruppamenti, è fortemente causale. Se uno è stronzo a 20 anni, temo che lo sarà per tutta la vita.