Inizio del 2019

1521631171 Universi paralleliE' da un po' che non scrivo. Ho preferito ultimamante fare altro: viaggiare, osservare, riflettere. Vivo ormai in un posto che ha dimenticato tutto ciò in cui ho creduto e in cui credo. Può darsi che sia io che abbia sempre vissuto in un mondo che credevo fosse quello reale, o anche in una sua rappresentazione sbagliata e metafisica. Ma non posso che parlare del "mio" mondo, esserndo quello degli altri intangibile. 
Tutte le categorie politiche, economiche e morali sono saltate. Il 'tutte' è riferito a quelle che ho condiviso con i miei compagni, amici, gruppi e partiti di riferimento. Non ho mai preteso di essere d'accordo con tutti, sono morettianamente una minoranza. Non ho, inoltre, la pretesa spesso solo nozionistica di essere uno storico o uno studioso di politica o faccende analoghe. Ma questo non mi impedisce di avere un senso critico. La mia critica è indirizzata verso chi ha dimenticato i fondamentali: la nostra società è divisa ancora in classi, anche se la osmosi ottuale rende più difficoltosa la loro analisi. Questa complessità ha portato, anche, alla rinuncia da parte di moltissimi di noi,  di una visione scientifica ed oggettiva della realtà, indirizzandoli verso una strana miscela di principi interideologici, un pastone, una mappazzone di proposte che un tempo avremmo definito contrastanti e filoborghesi. Vediamo in sintesi di cosa parlo.
1. Gli intellettuali, gli esponenti politici di ex riferimento.
Ormai li caratterizza una serie di tratti comuni: passato discutibile, analisi spesso affascinanti, conclusioni pessime. Il tutto condito da un discreto fan club di irriducibili affezionati. Quello che mi colpisce di più in loro è l'abbandono di riferimenti politici storici ed anche filosofici. Si va dall'abbraccio acritico e fideistico all'Europa, all'euro, fino al riconoscimento che tra legalità(che dovrebbe essere quella borghese) e giustizia non c'è alcuna differenza. Molti di loro si rifugiano sulle navi (tornerò sull'argomento).
2. Temi politici, temi sociali.
Qua il discorso è complicato. La conquista di livelli moderni ed accettabili di conquiste sociali, in linea con i diritti costituzionali, è un fatto a-classista. Tutti ne godono e ne devono godere, ma in una società divisa in classi, non tutti ne godono alla stessa maniera, generando distorsioni che possono portare a comportamenti sbagliati e devianti. Un epifenomeno è quello dei migranti, visti con crocerossina accondiscendenza tra i benestanti tutelati fino a via via un odio animalesco tra coloro che vivono ai margini. Un altro fenomeno è quello del proletariato che si sente ancora di sinistra, quello che affolla i circoli dove si gioca a carte, che detestano neri, omosessuali, quelli con i tatuaggi. La mancanza, o la perdita progressiva di diritti politici li porta a negare anche i diritti sociali, in un transfert catabolico.
3. I Partiti, le organizzazioni.
Sono ormai l'espressione della mancanza di un intellettuale organico. Scontano ormai la storica mancanza, come accennavo prima, di una visione di classe del nostro mondo. Hanno elaborato, e sto parlando dei meno peggio, una visione che è un mix tra l'evangelico, il neoliberismo e qualche nuance di socialismo. Abbracciano acriticamenti temi sociali e li smerciano per politici. Confondono gli immigrati per proletari. Questo crea un circolo autoalimentato di odio verso di loro. Non sapendo leggere cosa vogliono i proletari, gli offrono merce avariata, che sposta milioni di persone verso la disperazione di massa, facilissima preda degli avventurieri attuali al governo. La gente vuole punti di vista radicali per problemi radicali. Che odio sia.

 

 

 

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