Come la vedo io

La situazione attuale in cui sono calato, dal punto di vista politico, è molto strana.

Ho partecipato con interesse ed entusiasmo all'iniziativa del Brancaccio, ho avuto modo di conoscere meglio la Falcone avendo fatto una decina di fermate in metro con lei. Il progetto è interessante, di più, è l'unico logicamente concepibile, dato che mette al centro il concetto di stare assieme per qualcosa, per mandare avanti un programma condiviso.

Ho anche partecipato, dato che ho, come tutti noi, molti amici e compagni nel pd e in art1, ad alcune loro iniziative.

Ora come ora sto cercando di dare una mano a SI, in cui ho anche delle cariche. A Napoli. SI a Napoli è sostanzialmente, la fusione fredda tra tre componenti che stanno cercando di trovare un modus operandi comune, tra non banali difficoltà. Io faccio, geneticamente ormai, parte della minoranza. Ho osservato pure cosa sta avvenendo in art1, dove, grosso modo le dinamiche sono le stesse. Più omogenea mi sembra la situazione in Rifondazione. Per Dema vedo il travaglio tra posizioni molto deverse, frutto della composizione politico-elettorale che ha comunque consentito la vittoria alle elezioni amministrative. Ma, devo dire, Gigino si sta dimostrando un leader, come la si mette la si mette. Per Pisapia so quello che vedo e leggo: un progetto che cerca di minare qualunque ipotesi di unità a sinistra, nel nome di usa sostanziale continuità col passato affermando che sia possibile migliorare la politica stando dentro alle dinamiche ed ai soggetti che l'hanno stuprata.

La questione sul tappeto, dopo il Brancaccio ed il 1 Luglio, è quella del soggetto politico unico, con tutte le premesse del caso: piattaforma politica di sinistra condivisa e la teologica necessità che parta "dal basso". Inutile sottolineare che queste sono premesse basiche, fondamentali, imprescindibili.

Ma come si relizza tutto ciò?

Quello che noto, magari mi sbaglio, che siamo tutti un esercito senza truppe. Anche il caso di Dema, mi vien da dire, anche se migliore, è un sintomo. La gente o non sa che esistiamo o non ci crede. Le nostre manifestazioni, riunioni, iniziative, sono formate da una compagnia di giro che balla la mazurca da ormai 40-50 anni, sempre gli stessi, sempre più incanutiti e peggiorati dagli acciacchi. Sono abbastanza settario dal sapere che la linea politica di SI sia la migliore ma è la sua esplicitazione territoriale che mi dà preoccupazione, sapendo che tale preoccupazione è anche quella di altri partiti ed organizzazioni.

Siamo cioè, uno strano mix in cui dirigenti, quadri e militanti coincidono, finendo per non far bene nessuno dei tre mestieri. Io, ormai, non so bene come comportarmi, in una schizofrenia multilivello. la mancanza di corpi intermedi, malattia della nostra società, si riverbera anche dentro ai nostri partiti, generando una sola cosa possibile: l'inconscia impotenza, la sensazione della inutile marginalità.

Come se ne può uscire?

E' come quando stai a casa depresso e senza voglia di far niente: esci, vai per strada anche se ti scoccia, come si dice dalle mie parti "và a tuccà e femmene!"  Qualcosa troverai, meglio uno schiaffone che l'indifferenza.

Naturalmente sarei felice se domani avessi dietro di me il mio quartiere pronto a fare le barricate, ma nessuno mi/ci pensa. Questo senso di marginalità si acuisce ancora di più quando noto che poi "li fuori" qualcosa, anzi molto, c'è: movimenti, associazioni, gruppi che lottano su qualcosa, ma di cui avverto l'ineludibile necessità che esista un livello superiore di organizzazione e centralizzaione delle loro istanze, talvolta collidenti.

Senza che aspettiamo il miracolo, la palingenesi, io propongo semplicemente una cosa a breve termine: appellandomi alla compagnia di giro (a Napoli saremmo qualcosa di 2000-3000 persone), spalmeti tra SI, PRC, DEMA, ART1 e cani sciolti ormai spellati, mettiamoci assieme comunque, su quattro-cinque punti e pratichiamo non solo politica ma vicinanza vera assieme, non dimenticandoci del passato, ma fottendocene. Faremmo una massa crittica superiore, o meglio, ci divertiremmo molto di più perchè meno infelici ed inutili.

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